L’Ignoranza – Milan Kundera

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Sapere che il buon Milan che è una persona studiata tratta un tema come l’ignoranza è una cosa che rincuora. Almeno fino a quando il buon Milan sale sul pulpito e spiega che in realtà “ignoranza” è il modo in cui una parte dei paesi europei chiama quella che l’altra parte (compresi noi) chiama “nostalgia”.
E’ un duro colpo.
Un gol subito al primo minuto.
Una pallonata sulla coscia presa a freddo in una partita di calcetto di un gelido gennaio che ti fa venir voglia di smettere subito di giocare, borbottando una serie infinita di machecazzo.
Rimarrò solo ed ignorante.
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Bisogna però invece infatti purtroppo anche apprezzare l’onestà dell’autore che dice tutto e subito, facendo quello che la mia insegnante di italiano chiamava “lo sgombero dei falsi problemi”. E niente: Milan, è proprio uno che ha studiato, non c’è che dire.
Quindi andiamo avanti, anche se zoppichiamo un po’ per via della pallonata presa a freddo…

Il libro è piccolino e si legge facile, ma non è che sia proprio il massimo della scioglievolezza. Il peso della cultura Milan lo accolla un po’ al lettore e, per quanto certi ricordi riesca a farteli sentire con la pancia oltre che con la testa, la scrittura a me pare abbastanza distante. Anzi sembra proprio che voglia creare distanza: diciamo che mette le cattedra tra chi scrive e chi legge.

Stiamo parlando di uno bravo eh, uno che scrive in due lingue, uno che nell’Insostenibile leggerezza dell’essere spiega il significato della parola kitsch definendola “la negazione della merda”. Un grande, acclamato sia dagli spalti eleganti e composti della tribuna vip che dai pocodibuono pluripregiudicati anti-steward ultras tagliagole delle curve.

La trama ha a che fare con il ritorno di due esuli a Praga, il loro passato, i loro matrimoni falliti (entrambi tra l’altro per mancanza di coniuge, defunto prematuramente…), la loro nostalgia. Quello che ricordano, quello che ignorano. La differenza tra quello che si aspettavano e quello che invece è. Tutto narrato attraverso un elegante parallelismo tra l’Odissea (Ulisse non vede l’ora di ritornare a casa ma, una volta a destinazione, a nessuno importa della sua storia lontano da Itaca) e le vicende di personaggi che sembrano minori ma che alla fine si ritagliano lo stesso spazio dei protagonisti.
Più che l’Ignoranza, il titolo dovrebbe essere l’Eleganza.

Insomma Milan come già detto è uno bravo ma anche uno studiato.
Al contrario di me che quando alle scuole superiori ho incontrato l’Odissea mi sono grattato le palle.

Avanza la nostalgia – ma l’ignoranza resta in scia.

Sbohem.

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