La Prima Volta che sono Nata – Vincent Cuvellier, Charles Dutertre

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Questo libricino azzurrino quadratino la seienne me l’ha strappato dalla mani e se lo è letto da sola per scoattare con me visto che ormai è grande / ormai fa la prima elementare / ormai legge meglio di Benigni che legge Dante che legge poesie a Beatrice che legge Donna Moderna.

Poi chissà dove lo ha infilato e l’ho ritrovato solo ora in mezzo alle barbie.
Quindi vado nel mio ufficio (il cesso) e me lo leggo tutto d’un flauto.

L’autore entra nei panni di una bimba che racconta le sue più importanti “prime volte”. La prima volta che ha visto sua mamma, la prima volta che ha abbracciato il suo papà, la prima volta di questo e di quello. Sono primevolte divertenti o commoventi, a seconda di come quelle primevolte le abbiamo vissute noi con i nostri figli o con i nostri genitori. Un libro che mi ha fatto piangere un po’ e per questo motivo volevo chiedere scusa a mia moglie che è entrata in bagno proprio mentre mi asciugavo le lacrime e non devo aver messo in scena il migliore degli spettacoli. Per fortuna il suo amore nei miei confronti ha tenuto botta.

La struttura è consolidata, e cioè testo a sinistra e vignetta a destra. Il testo è perlopiù breve e di facile lettura; il disegno è infantile ma piacevole. Ecco un assaggio:


Un piccolo gioiello da avere sempre a disposizione quando si è tristi per intristirsi ancora di più.
O quando si è felici per infelicirsi ancora di più.
Un po’ come per la storia del bicchiere mezzopieno o mezzovuoto, dipende da come siete fatti voi: questo libro può amplificare le vostre sensazioni.

 

Da avere in casa; da regalare a destra e a manca.

 

 

P.S.
Io la prima volta che sono nato c’era mia sorella sul lettone con me.

 

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