Hellvisback – Salmo

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Sarò breve come il fumetto di cui mi appresto a scrivere due o tre cosette.

La prima (di due o tre cosette).
Hellvisback è il titolo dell’ultimo album di Salmo (uscito chissà quando – ma a noi checazzocifrega) a corredo del quale troviamo questo breve fumetto. Questo breve fumetto è l’episodio di zero di una storia che sicuramente verrà sviluppata nei prossimi album dell’artista. Dico “sicuramente” sulla base di una cippadicazzo però l’idea è fica quindi non proseguire sarebbe sbagliato.

La seconda (di due o tre cosette).
La trama non è male. Salmo muore, va all’inferno che forse non è nemmeno l’inferno ma un limbo in cui capita chi ha venduto l’anima al diavolo, incontra Elvis che lo stava aspettando, perché mi aspettavi – cazzo vuoi?, insieme devono fare una combo hardcore di Rap and Roll per impedire a Lucifero di fare nonsocché, ce l’hai la maschera? – sì, e allora si parte.

La terza (di due o tre cosette).
Se conoscete la musica di Salmo sapete già che tende a caricare le rime, ad esasperare i contenuti, a spalmare il suo punto di vista punk sulle fette di realtà che gli capitano in casa. Sapete anche che il tema della morte è pressoché ovunque. In questo fumetto può affrontarlo con ancora maggior profondità essendo libero anche dalla componente musicale.

La quarta (di due o tre cosette).
Turpiloquio, droga, fast life (o forse è meglio fast death): questo è quello che troverete in questo libricino. Per adesso mancano solo le zombi-zoccole, ma credo che non tarderanno ad arrivare.

La quinta ed ultima (di due o tre cosette) – arriviamo alle vignette.
Il disegno è in mano a tal Fr3nk (Francesco Liori) ed è pieno di chicche che arricchiscono uno stile che a me piace molto ma sapete che il mio parere fascia il tempo che prova.
Alla fine del libricino anche una serie di sketch di personaggi in varie pose che arricchiscono un po’ lo scarno menù di questa cena. Tipo quando vai ad una grigliata e ti danno la carne danese ed argentina e giapponese che è buona ma te ne danno poca e allora sulla brace alla fine ti ci buttano pure tre salsiccette fatte in casa dal nonno,
ma perché non le hai cotte prima che la roba casareccia è la migliore?
bah perché non le avevo ancora assaggiate, come sono?
mmm…
allora?
non ho più fame, grazie
.
Questo per dire che va bene tutto, grazie degli sketch, ma in questa foto Salmo sembra Rude Mc dei Flaminio Maphia e senza togliere né all’uno né all’altro, o disegni Salmo, o ci metti pure G.Max.

 

Bra, bro!

 

 

Post Mortem, ehm… cioè… volevo dire Post Scriptum.

L’album contiene pezzi già passati in tv ed in radio, tra cui anche 1984 e Don Medellin. Si legge in giro di quanto il video di quest’ultimo pezzo sia una figata pazzesca, e dal punto di vista qualitativo e dell’editing lo è davvero, però non vedo cosa ci sia di strabiliante nello sbagliare completamente il tema: ascolti il pezzo, chiudi gli occhi, sei in centroamerica, Messico, Colombia, a trafficare armi e droga; ti svegli, sei a Pomezia, a Cinecittà World, a guardare un balletto Western. Questa cosa da chi ha tirato fuori video-gioielli (tipo Yoko Ono, per dirne uno) non me l’aspettavo.

 

Alla fine mi sono dilungato, però, cazzo!

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