Bruno lo Zozzo – Simone Frasca

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Va più o meno così:

B: Ciao!
L: Aò, chi è?! A regazzi’, m’hai fatto prende’ un colpo! Chi sei? E poi che è ‘sta puzza?
B: So’ io che puzzo.
L: Ah, sì?
B: Eh, sì. Mi chiamo Bruno lo zozzo…
L: Come te chiaaami?
B: Bruno lo zooooozzo!!!..
L: Ah, e stai calmo, mbe’. E che vuoi Bru’, che ci fai in casa mia?
B: Sono un regalo di tua cognata.
L: Ah, che culo! E quindi?
B: Devi leggermi a tua figlia, devi raccontargli la mia storia.
L: E perché?
B: Perché parla di amici veri e di amici immaginari: di amici, insomma.
L: Amici zozzi come te? Storie di puzzadiscorréggia, ditanelnàso, rotolamentinelfàngo? Tipo PeppaPìg?
B: Beh, un maiale c’è. Ma è il mio amico immaginario, si chiama Giovanni.
L: Me stai già a da’ fastidio, io te lo dico…
B: Guarda che la mia storia è fica…
L: Ti do trenta secondi per entusiasmarmi, anche perché ‘sto libricino me pare esile…
B: Ok. In pratica tutti i miei amici hanno amici immaginari superfichissimi che fanno cose superfichissime e allora io non sapendo che amico immaginario scegliere mi sono scelto un maiale, così potevo fare cose superzozzissime insieme a lui, ma Giovanni ai miei amici non piace.
L: E ti pare fica ‘sta storia?
B: Aspetta. Il bello è quando entriamo nella casa infestata dai mostri ma gli amici immaginari dei miei amici si cacano sotto e scappano e allora viene Giovanni a salvarci e tutti insieme facciamo festa al mio amico immaginario. Bella, no?
L: Vediamo se ho capito bene: voi entrate in una casa infestata da cosi che non esistono ed i vostri amici che non esistono si spaventano ma la situazione viene salvata dal tuo puzzolente e nonesistentissimo amico, giusto?
B: Sì, più o meno è così.
L: Senti Bru’, fammi parlare con tuo padre.
B: Che c’entra mio padre?
L: No tu’ padre…. intendo quello che ha scritto la storia…
B: Ah, Simone Frasca…
L: Ecco, fai così. Vai da Simoncino Frasca e gli dici de sali’ sul battello a vapore e annassene affanc..
B: Ehi! Non si dicono le parolacce ai bambini!…
L: Hai ragione, scusa Brune’. Non ce l’avevo co’ te però.
B: Lo so, lo so…
L: Bru’, fa’ ‘na cosa: vie’ qua. Tirame un po’ il dito.
B: In che senso?
L: Nel senso, mi si è insaccato il dito indice. Mi aiuti a tirarlo?
B: Così?
L: Più forte, ecco bravo: PPPPPRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
B: Hahahahahahah
L: Hahahahahhahahah
B: Hahahah
L: Ecco, non è più zozza questa di storia?

Fine.

 

Per dovere di cronaca debbo dire però che ogni tanto la creatura mi dice papà mi leggi Bruno lo Zozzo? E nonostante io per provare a distoglierla passi in rassegna tutti gli altri libri, ma non vuoi che leggiamo le avventure di Guido e Adele? La lumaca lenta lenta? La drilla?, lei ha deciso che ogni tanto vuole la sua dose di Bruno e del suo maiale, e stop.
Mistero della fedez.
Andate in pacez.

Ciao.

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