#everychildismychild (parte 2) – Artisti Vari

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Per tutta la parte introduttiva relativa al come al dove ed al perché vi rimando al capitolo precedente, raggiungibile cliccando qui. Riporto solamente questo stemma, molto simile al bollino di Latte Sano, per ricordare a tutti che si tratta di una faccenda di beneficenza.


Di seguito le storie dalla 12 alla 22.

Paola Cortellesi si cimenta in una pepata lettera a babbo natale che nelle intenzioni vuole essere scritta dalla bambina curiosa che Paola forse era ma che in questo racconto non riesce ad essere più. Tentatativo slittato.

Simone Cristicchi racconta in modo semplice e spontaneo le sue estati al mare da bambino fatte di ciambelle fritte giganti prese al bar Piccadilly, e di giri in bicicletta. Che poi in pratica le mie estati erano uguali, tranne che per i giri in bici. E tranne che per le ciambelle giganti, perché io le prendevo all’Apollo 13. E tranne che perché io stavo a Lavinio e lui boh… Vabè, in pratica le mie estati erano diverse. Sapore di mare, sapore di zucchero.

Valentina D’Agostino ci parla del regalo più bello che abbia mai ricevuto dal nonno. Un cardellino di cui si è presa cura da bimba e con cui ha stabilito una salda amicizia. San Francesca.

Fedez ci racconta di come accompagnando un amico a Beirut e vedendo come se la passano in Libano sia riuscito a spegnere fischi e vocine nel suo capoccione. Storia di Fatima e delle sue mani piccole ma già grandi. Save the children.

Donatella Finocchiaro ritorna nel giardino incantato del nonno che urla ai bimbi che girano in casa di stare attenti e di non andare in soffitta che è pericoloso ma poi la porta è chiusa e bisogna fare piano e forse il nonno non c’è più. Onirico.

Diane Fleri entra in un pesce rosso e dai suoi occhi segue le vicende di una coppietta. Carino, ma nulla più (anche perché ho appena spiegato a mia figlia che il pesce rosso se lo butti a mare muore – al lago pure – al fiume idem). Fish Voyeuristico, A-B.

Anna Foglietta è la locomotiva dell’iniziativa e quindi mi pare brutto dire che scrive una brutta storia. Che poi non è che sia brutta, anzi. Però non si capisce bene il confine tra il ricordo e la fantasia, tra l’eroe ed il supereroe. Margaret Keane.

Giorgia scrive un brevissimo capolavoro che si svolge in un luogo piccolo ma a cavallo di tre generazioni, e ci racconta di come il Gatto Giorgio cadendo dal tetto riesca ad atterrare sulla luna. Houston, abbiamo una poesia!

Lino Guanciale ambienta la sua storia nel bosco. Famiglia di orsi, papà musone, figlio artista. Assecondare le inclinazioni dei propri figli, eccetera eccetera. Non la butta sul personale ma sul classico. L’ino alla gioia.

J-Ax dice che il suo ricordo felice è legato ad una giornata perfetta passata nella casa di campagna di famiglia quando si accorge che il fratello piccolo non è solo un pungiball su cui accanirsi ma può essere anche un compagno di giochi. Fratelli di versi.

La Pina si avventura nella fantasia pura ma verosimile. Una di quelle storie che quando le racconti ai pupi loro ti guardano e cercano di capire se ti stai inventando tutto o se stai dicendo la verità. Ci viene ricordato quanto bene possano fare i baci dei bambini, quelli riusciti bene e quelli riusciti male. Wishin’ on a star.

 

Mancano le ultime 11 storie, voi intanto andate ad accattarvi il libro.

#ognifioefiomìo
#edovrebbeessepurefiovòstro

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