Maria accanto – Matteo B. Bianchi

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Questo libro, così come è successo con quello di Cuello, ha diviso il mio giudizio in quellodipancia e quelloditesta: faccenda traducibile in una cosa tipo pubblico (pancia) e critica (testa). Di seguito il dialogo più o meno fedele tra i miei due organi.

PANCIA: Bello, dai.
TESTA: Bello cosa?
PANCIA: Stocazzo! Il libro, no?
TESTA: Ah secondo te questo libro è bello?
PANCIA: Sì, mi è sembrato un libro sincero, scritto egregiamente, in modo tangibile. Non da pesudo-intellettuale, come qualcuno si atteggia ad essere…
TESTA: Senti, vaffanculo.
PANCIA: Ma guarda che non era riferito a te. E poi Madonna oh, non ti si può di’ niente…
TESTA: No, vabbè, senti: faccio finta di non aver colto la battuta.
PANCIA: Fai un po’ come ti pare ma a me ‘sto libro è piaciuto. D’altronde il tipo che l’ha scritto è uno degli autori di #EPCC, sarà uno bravo oppure no? O sei sempre meglio te?
TESTA: Cioè a te è piuciuto un libro in cui ad una ragazza appare la Madonna…e lei la porta da H&M a comprarsi i jeans? Jeans cuciti in fabbriche turche da bambini siriani sfruttati. La Madonna se entra da H&M ci entra col lanciafiamme, cazzo!..
PANCIA: Non puoi dire sul serio.
TESTA: Perché no?
PANCIA: Perché parliamo della Madonna, santa Madonna! Maria, c’hai presente? La donna più pura che sia mai esistita… La beata vergine… Ce la vedi col fucile a pompa in mano? Con la glock di traverso, come i gangsta-rappers? Mica è un film di Kevin Smith, questo…
TESTA: Eh. Purtroppo, aggiungerei…
PANCIA: Ma quale purtroppo… L’idea è fica, devi ammetterlo.
TESTA: L’idea sarà pure fica, però non succede mai una cippa. Betty di qua, Luchino di là, il dentista, l’avvocato: poca ciccia su ‘sto barbecue…
PANCIA: Su questo potrei anche darti ragione, ma non te la do. Perché secondo me la storia vuole proprio coincidere con la vita qualunque di una ragazza come tante, come tutte. E poi lo dice pure John Legend, no? “We’re just ordinary people, we don’t know which way to go”. L’intreccio è ordinario – l’apparizione è starordinaria.
TESTA: Me stai a fa’ la supercazzola?
PANCIA: Tu sei prevenuta nei miei confronti, sàppilo.
TESTA: Ma scusa, eh: se io voglio una storia ordinaria vado a fare la spesa e chiedo alla cassiera “come vanno le cose a casa, come sta il suocero?”. Oppure chiacchiero col tassista, parlo con la vecchietta sull’autubus...
PANCIA: Tu non prendi l’autobus.
TESTA: Era per fare un esempio, tossica!
PANCIA: La verità è che tu stai rosicando perché come al solito ogni volta che apri un libro ti aspetti il capolavoro: lacrime, sangue e straziamento. E invece dovresti lasciarti andare.
TESTA: Lo sai dove dovresti lasciarti andare tu?
PANCIA: Sì, sì, fai il simpatico. Intanto Matteo B. Bianchi…
TESTA: Come?
PANCIA: Dicevo: Matteo B. Bianchi…
TESTA: Ma perché balbetti?
PANCIA: Vai, vai. Continua a fare il simpatico, tu…
TESTA: Senti.
PANCIA: Eh.
TESTA: Non hai notato che nel libro ci sono troppe descrizioni? Righe su righe a spennellare scenari, non ti sei fatta due palle così? Dai, ammettilo…
PANCIA: Tu meriti di leggere solo Bukowski: sesso, droga e alcool.
TESTA: Guarda, l’alcool è l’unica cosa che proprio non manca nel libro.
PANCIA: Ah lo vedi che qualcosa di buono c’è?
TESTA: Sì, ma poca roba. L’ambientazione poi, lasciamo stare proprio…
PANCIA: Mo che c’ha che non va l’ambientazione? Nemmeno Milano ti sta bene?
TESTA: Eh lo potevano pensa’ a Roma…
PANCIA: Sei proprio provinciale… Cos’è, volevi sentirti più a casa tua?
TESTA: No, che c’entra… E’ che se lo ambientavano qua lo intitolavano MARIA PE’ ROMA.
PANCIA: Eh allora sì che sarebbe stato un Best Seller, cazzo…
TESTA: L’hai detto, sorella!
PANCIA: Colpa mia che ancora ti rivolgo la parola.

Fine.
Andate in pace.

 

 

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