Un trascurabile dettaglio – AnneGaelle Balpe, Csil

Posted by

Mia cognata è un’insegnante di sostegno che andrebbe sostenuta dentro ma soprattutto fuori dalle mura scolastiche ed invece si sostiene da sola con materiale che la aiuta ad aiutare. Questo libro qui tutto giallognolo l’ho trovato nella sua libreria e l’ho letto e fotografato sudduepiédi perché quando vedo una libreria non solo non mi faccio mai i cazzi miei ma sbircio amaramente come facevo da piccolo sperando di trovare tra le pagine 5 o magari 10mila lire nascoste e dimenticate da qualcuno.

Si racconta di un bimbo con un difetto, un difetto piccolo ma fastidioso, piccolo ma non facile da gestire, piccolo ma grande per chi è piccolo. Difetto poi, noterete, è un modo abbastanza buffo di chiamare una cosa che andrebbe chiamata problema ma sembra che detta parola non possa essere più pronunciata in ambienti terapeutici perché evoca un impedimento grave, complicato, irrisolvibile; molto meglio invece girare intorno al problema chiamandolo difetto, paragonando così il bambino nato difettoso ad un giocattolo rotto, una lavatrice da riparare in garanzia, un pc che si surriscalda e che bisogna riportare al megastore: una rottura di cazzo, in pratica. Non partiamo così bene, ma magari il guaio l’ha fatto il traduttore.

La storia invece è delicata e toccante, tenera e dura allo stesso tempo. In poche pagine si sviscera la difficoltà di gestire un deficit e la possibilità che questo catturi tutta l’attenzione e le energie nervose del proprietario portandolo a credere che tutti vedano solo il suo problema e non la persona che lo ospita. Dando cibo al problemino, lo rendi un problemone.

Qui c’è un lieto fine, un dottore che capisce e sa gestire, un bambino fertile e paziente che si fida, due genitori che cooperano e finanziano. Qui le cose vanno come dovrebbero andare, come ci si aspetta che vadano, come si spera e si prega che vadano. Qui non si tratta la faccenda del maperché proprioamé, perchéddioperché, tipregoprendimé, lasciaperderelùi, lasciaperderelèi, machecazzotihafattodimàle. Qui si soffre, ma poi si risolve, si trova la via.

Ma non sempre la vita è così giallognola.
A volte è nera, limortaccisùa.

Ciao.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.