Decamerino, novelle dietro le quinte – Gigi Proietti

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Posso mai io osare parlare di Gigi, patrimono nazionale ma soprattutto dio di tuti i romani? Al limite posso anda’ in giardino e chiedere alla gatta se mi aiuta a catturare una lucertola per poi sacrificarla ed offrirla al dio Gigi, redivivo Apollo – protettore delle arti, della musica e soprattutto della poèsia.

A Gigi gli si vuole così bene che per forza di cose da qui in poi dovrò chiamarlo Giggi, aggiungendo un’altra G a quel nome che già di suo non conosce altra consonante, come in una stretta di mano atta a prolungare l’affetto e l’effetto di un abbraccio già abbastanza trascinato.

Giggi scrive questo libricino dal titolo boccaccesco, e infatti dentro ci infila boccacce, smorfie e pure pernacchie. Perché Giggi si sa, può fa’ come je pare. Perciò in questo volumetto veste i panni di Pindaro e raccorda in maniera simpatica e molto scorrevole tre o quattro cosette: 1. qualche aneddoto retro-teatrale; qualche scambio di battute con Lorella, la sua storica assistente; 2. la storia di Giubbileo, un barbone che ha un sogno, che racconta a più riprese ai giovani attori della sua scuola: 3. dei sonetti in romanesco; delle cose qua e là. E per cose qua e là intendo anche curiosità come quella qui sotto.

Ernesto Nathan è stato uno dei migliori sindaci che Roma abbia mai avuto, un mazziniano, nato a Londra, cosmopolita e di grande onestà intellettuale. Si era nel primo decennio nel Novecento e nel bilancio del comune di Roma c’era la voce “Frattaglie per gatti”. I gatti erano tenuti in grandissima considerazione già allora, perché davano la caccia ai topi – specie animale particolarmente agguerrita e prolifica nella capitale. Mentre esaminava il bilancio, Nathan rimase stupito di fronte a questa spesa e decretò che la si depennasse: i gatti avrebbero dovuto saziarsi con la carne di roditore, non con la trippa. Da cui il modo di dire: “Nun c’è trippa pe’ gatti”.

Quindi che altro ve devo di’? Il libro è leggero, godibile, divertente, veloce. Ecco, aggiungerei che è quasi come il Vat 69: un libro maschio senza rischio!

Scandito da tamburi, come allo stadio: Gra nde Gi ggi, re sta con no i!

Se vedemio.

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