Bruno Giordano: una vita sulle montagne russe – G. Governi

Posted by

Se penso a Bruno Giordano mi vengono in mente 3 cose.

1. La MaGiCa

Quando Bruno era alla Lazio io ero troppo piccolo, però me lo ricordo al Napoli all’apice della sua carriera, quando maramaldeggiava con strapotere insieme a Maradona e Careca.

2. Il coro: “Di Bruno ce n’è uno! E viene da Nettuno! Bruno! Giordano! Vaffanculo!

Essendo originario di Anzio, anche se non tifoso della Roma, ero incline come tutti i miei amici ad una campanilistica simpatia verso l’altro Bruno (Brunetto nostro), a cui si dedicava questo coro.

3. Il suo modo di essere un uomo dritto, serio, uno che ti guarda in faccia

Bruno Giordano non è un chiacchierone, uno che vedi in tv a sparare sentenze o cazzate nei vari salotti. E’ uno che se viene raggiunto da un microfono dice le cose come stanno, provando ad articolare un discorso pesando bene le parole, come fanno quelli che non hanno facilità di linguaggio ma che fanno del rispetto il loro punto di partenza nella vita.

Questo libro quindi rappresenta per me un’occasione di approfondire la conoscenza di un giocatore e di un uomo che ho sempre ammirato. Spero che la lettura non mi deluda. Per cui daje!


Bruno Giordano, saggiamente, per raccontare la sua vita e la sua carriera si affida a Giancarlo Governi, autore tv, video-ritrattista e molto altro. E GG allora a sua volta che fa? Per aiutare chi legge ad inquadrare bene il contesto storico in cui il campione nasce-cresce-corre, fa partire la narrazione dal quartiere natio. Ecco allora che Trastevere viene raccontata, descritta, percorsa in lungo e in largo, forse fin troppo. Fino a dare l’impressione che questa parte del libro sia stata un po’ forzata: il linguaggio forbito con cui GG racconta delle statue di Trilussa, di Belli, e di altri aneddoti della Roma che fu, suona linguisticamente lontano dal personaggio che si vuole raccontare.

Per fortuna questa parte finisce, e la sensazione enciclopedica manmàno scema quando si passa a raccontare gli eventi della vita e della carriera del calciatore, in maniera diretta, precisa, senza dilungarsi troppo su questa o quella faccenda. E la faccende sono tante. Quella sconcertante di Luciano Re Cecconi, detto l’angelo biondo, freddato in una gioielleria senza motivo e liquidato frettolosamente da società, stampa ed opinione pubblica, ma non dai suoi tifosi, come dimostra il corteo funebre nella foto sotto. Oppure Giorgio Chinaglia, giocatore, leader, presidente: idolo di Giordano da ragazzo, poi compagno di squadra, poi motivo di separazione dalla sua amata Lazio. L’omicidio di Vincenzo Paparelli. La figura di Tommaso Maestrelli, il maestro, guida per molti giovani giocatori, leader di quelli “anziani”: commovente la storia della sua malattia, della sua lotta, dell’ultima vittoria che la squadra gli dedica. Il percorso gemello fatto con Lionello Manfredonia: le giovanili, l’arresto, il processo, la condanna, la squalifica, la retrocessione, fino al racconto dell’arresto cardiaco raccontato vissuto in prima persona, quando Mafredonia era già passato alla Roma, spaccando in due il Commando Ultrà.

Infinita gratitudine Giordano la riserva anche al parroco dell’oratorio Don Orione, Don Francesco Pizzi. Oltre che parroco, vero e proprio ct, allenatore di centinaia di ragazzi che con il calcio provava a tenere lontani dalla strada. L’episodio in cui riesce a rimediare un paio di scarpini a Bruno per consentirgli di presentarsi al provino con la Lazio racconta meglio di molto altre informazioni la situazione della Roma dell’epoca. A distanza di anni, Don Pizzi riserva a Giordano queste parole: «Tu, Bruno, sei stato la mia più grande vittoria, peccato che da romanista mi hai costretto a tifare la Lazio».

Tutti questi fatti raccontati in modo secco e diretto fanno sì che il libro si legga agevolmente, perché Giancarlo e Bruno non fanno troppo possesso palla fine a se stesso, sono concreti e badano al sodo. In pratica Giancarlino imposta e poi lancia Bruno in profondità che controlla, si gira, e senza alzare la testa, a memoria, calcia forte. Alza la testa solo quando deve andare a prendersi gli abbracci dei compagni e l’ovazione dei tifosi.

Foto in alto: Tommaso Maestrelli con Giorgio Chinaglia (foto presa qui).
Foto al centro: corteo funebre per Luciano Re Cecconi (foto ANSA/OLDPIX ).
Foto in basso: Bruno Giordano con Diego Armando Maradona (foto Corriere.it).

La partita è finita e la Lazio ha vinto con un gol di Giordano Bruno, del ragazzo con il nome di un filosofo, «un moretto di Trastevere, diciannove anni appena compiuti, studi interrotti alla terza media. Un romano autentico per modello, fisico e sfrontatezza… » .

Un bel libro che si legge in poco tempo ma che riesce comunque a rievocare un pezzo di storia del calcio italiano.

Ciao. (Vola, un’aquila nel cielo).

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.