Come un romanzo – Daniel Pennac

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Libro preso su una bancarella e pagato una cosa come tre euro.

Conosco l’autore, quel genio che ha tirato fuori dal cilindro Benjamin Malaussène, di professione “capro espiatorio”.

E allora dico sticazzi vabbé lo prendo.

Lo metto a stagionare un po’ sullo scaffale fino a quando dico sticazzi vabbé lo leggo.

Il libricino è esile, leggero, spensierato.

Il titolo è Come un romanzo. Noi potremmo tradurlo in: Tipo ‘na storia. Oppure: ‘Na mezza cosa.

La trama non esiste ed il libro contiene solo una serie di riflessioni però molto ben indirizzate sul tema della lettura, soprattutto in età giovanotta. Perché ai fanciulli non gli passa nemmeno per la testa di leggere? Che problemi hanno con i libri? Che gli ha fatto di male Madame Bovary? Allora è colpa degli insegnanti? Di chi dovrebbe trasmettere amore per la lettura e non rottura di coglioni e costrizione? Forse di libri non si dovrebbe discutere? Non dovremmo recensire, consigliare, raccomandare?

Questo ed altri interrogativi, accompagnati però da consigli subliminali (che io mi sono segnato sul mio taccuino con la stessa penna stilografica che Pennac disegna in copertina), sono il tessuto di questo non romanzo che alla fine si spinge anche verso un decalogo di consigli e suggerimenti per la lettura, tipo Non sei obbligato a leggere, Leggi quando ti pare, Salta le pagine noiose, Non commettere atti impuri facendo le orecchie alle pagine, Onora Delitto e Castigo, roba così.

Carino, veloce, inutile.

Secondo me Pennac era indeciso ma poi ha pensato sticazzi vabbè lo scrivo.

Ciao.