In mezzo al mare – Mattia Torre

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Mattia Torre se n’è andato lo scorso anno.

Per sempre, intendo.

La notizia era che moriva il creatore di Boris: un genio, quindi.

Ma sapevo solo questo. Perché quando dico che sono ignorante non lo dico per tenere un profilo basso, lo dico per mettere le cose in chiaro.


Questo libricino esile è una raccolta di cinque scritti più o meno lunghi che si potrebbero credo anche definire monologhi perché in verità molti di essi vengono recitati a teatro e alcuni sono diventati anche abbastanzaménte famosi, tipo il monologo I figli ti invecchiano recitato a EPCC da Valerio Mastandrea. Da questa idea poi è stato sviluppato anche il film Figli, ora al cinema).

Insomma, dicevamo: cinque scritti tutti indistintamente fantastici su temi micro e macro come ad esempio salire e scendere le scale, la macchina dal meccanico, la fame e la sete, il capoufficio, il sesso, le caccole, le scarpe strette, il doppio taglio, le doppie punte, tutto, niente, altro, un argomento a piacere, la cucina, il cane che abbaia, il thè in salotto, la rosa nel deserto, il balcone, il vestito buono, la torta della nonna, così.

Non aggiungo altro perché Mattia scriveva nel modo in cui sogno di scrivere io.

Cioè, azzardando una similitudine:

…Come quando il gatto si guarda allo specchio e in un eccesso di autostima si vede leone, così io quando scrivo spero di avere su chi legge lo stesso effetto che ha Mattia Torre sul suo pubblico…

Magari in piccolo.

Anche piccolissimo andrebbe bene lo stesso.

Vabbè, ciao.