Il Giorno della Civetta – Leonardo Sciascia

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La cosa più difficile di tutta la faccenda è stata capire il titolo, cioè ‘sta cosa della civetta di giorno. Che si sà che la civetta vien di notte collezampetutterotte. E quindi ora di giorno che vuole? Di giorno se uno la vede le dice: a cive’, ma non vedi che or’è? Ma perché non te vai a mette’ a letto? Dai, sù, fatte senti’ stasera... In quest’ottica quindi va letto il racconto che l’autore Sciascia (cioè scia x2) ha scremato di tutti i riferimenti a persone esistenti, luoghi e cose. Perché in Italia già nel 1960 ‘n se poteva di’ una cosa che tutti prendevano d’aceto, anche se si dichiaravano democratici e cristiani. Quindi voi che vi lamentate sempre che prima si stava peggio ma si stava meglio, sciacquatevi la bocca con la civetta.
Ordunque il nostro eroe carabiniere, il parmense capitano Bellodi (un capitano, c’è solo un capitano!..) alle prese con la demolizione della rete di criminosa omertà che lega gli abitanti dei paesi di C. e di S. l’uno all’altro e tutti insieme ai capimafia, avrà la stessa credibilità, la stessa possibilità di successo, di una civetta che se ne va in giro di giorno? Se vi piace vincere facile puntate forte sul noncelafa over 4.5.

Detto ciò, il libro è un classicone che si lascia leggere piacevolmente soprattutto perché, a mio infimo avviso, l’opera di taglia e cuci dell’autore rende più carica ogni parola e più fitto ed intenso ogni dialogo. D’altronde siamo di fronte ad una pietra miliare, anche se la forma è più quella di una maiolica perché il libricino è sottile, così come le trame ed i meccanismi del sistema mafioso.

Che altro c’è da aggiungere? Il romanzo spacca, stop. E lo fa ulteriormente perché si colloca in un momento storico in cui il termine “mafia” non esisteva ancora, veniva pronunciato solo da chi la riconosceva, la combatteva, ci si scontrava, e veniva invece negato da chi ci mangiava, ci conviveva. Politici e membri del parlamento inclusi. ..ma che è sta mafia? booo, a me lo chiedi? tutta un’invenzione di questo capitano Bellodi… quello è di Parma, che ne sa della Sicilia? ‘sta cosa della mafia è tutta un’enorme cassata… roba così.

Ah, no, ecco. Una cosa da aggiungere c’è. Apprendo che dieci anni dopo la sua pubblicazione, il libro aveva una sua edizione scolastica. Veniva letto nelle scuole, te rendi conto? Invece a me alle scuole medie (fine anni ’80) la professoressa Rocchi fece leggere un libro che si intitolava Il Tempo delle Nespole: poi dice che uno diventa ignorante.
Capito? C’ho l’alibi.

Baciamolemani.

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