Bella Napoli – Cristiano Cavina

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Il libro fa parte di una collana pur non essendo una perla. Tal collana, che chiamerò Sticazzi perché il nome non me lo ricordo, raccoglie racconti su varie città scritti da diversi autori. Cristiano Cavina è di Ravenna o sù di lì e ci parla della sua esperienza a Napoli.

Dell’autore ho letto un libro molto tempo fa che raccontava di un ragazzino che andava in giro a far danni con la sua bici che aveva battezato TurboBerta. L’immagine della TurboBerta a distanza di anni è ancora nitida nella mia mente e questa cosa conferisce a Cavina tutto il mio rispetto. Poi il tipo se n’esce anche con un libro su Napoli ed in copertina ci schiaffa chiari riferimenti calcistici, e allora il libro viene a casa con me, è deciso.

Il libro è simpatico ed ironico, scritto con una simpatica ironia che ispira subito simpatia se sei un tipo ironico. Il libro della collana Sticazzi mentre è impegnato a districarsi tra l’ironia e la simpatia, trova il tempo anche per raccontare di:
Trasporti: metro, autobus, funicolare, ma soprattutto lo scooter napoletano.
Alloggi: hotel a due stelle e mezza, b&b.
Ristorazione: in particolare 1) pizzerie, suddivise in quelle in cui vogliono andare tutti, quelle in cui non va nessuno, quelle in cui vanno i napoletani; 2) TNT, ovvero trattorie napoletane tarocche, dove comunque si mangia bene, ma da segnalare soprattutto come i luoghi dove si incontra il famoso ruffiano da trattoria.

Altre figure che il nostro Cristiano viaggiatore-scrittore incontra sono: il parcheggiatore abusivo, il nonno sul letto, la vecchia e malinconica contrabbandiera di sigarette.

Libro carino che si legge molto velocemente con spensieratezza, allegria, delitto, castigo, gli avanzi in frigo, e tanta voglia di pizza e sfogliatella riccia. Libro che vede Napoli (senza poi morire…) da una prospettiva positiva, ma che tutto sommato offre di meno di qualche barra di Svez:

Napule è chi mett’ acopp’, Napule è chi aspetta a ciort’,
Napule è nà paliata ca t’aspett’ appena miett’ o per’ for’ a port’,
gente ca s’abbocca, care, fin’aier cchiù contrabbandier’ ca tabbaccar’

 

Tutto qua.
Chest’è tutt’.
C’ verimm guaglio’.

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