Fùtbol, Storie di Calcio – Osvaldo Soriano

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Questo libro raccoglie dei racconti scritti da Osvaldo Soriano nel corso degli anni, ma viene pubblicato solo l’anno dopo la sua morte. Il titolo di questa raccolta è Memorias de Mister Peregríno Fernández y otros relatos de fútbol ma in Italia si chiama solo Fútbol – Storie di Calcio, così, tanto per infastidire e depistare.
Sto appena alla prefazione di Paolo Collo e già sento il dubbio arrampicarmisi addosso: avrò fatto ‘na cazzata a prende’ ‘sto libro?

Mah, all’inizio pare di no: la prima storia è incredibile. Narra di cosa è riuscito a fare Obdulio Varela, capitano della nazionale uruguaiana, durante la finale di coppa del mondo (coppa Rimet) al Maracanà contro il favoritissimo Brasile, nel 1950. Qui viene descritta con minuzia di particolari, ma in sostanza è il racconto di un uomo intelligente e sensibile al punto di riuscire a concepiere l’unico modo di portare via la coppa alla squadra più forte, ma allo stesso tempo riuscire a soffrire per aver guastato la festa di un popolo che forse avrebbe meritato più di lui l’investitura di campione. Dire “storie di altri tempi” è brutto ma è anche l’unica cosa che si può dire al riguardo. Paragrafo fantastico!

Poi ci sono altri racconti. E altri ancora.
Alcuni veri, altri verosimili, altri vaccapì.
Racconti di campi polverosi, di viaggi improbabili, di personaggi leggendari, di arbitri corrotti però corrotti in modo professionale; e poi il figlio di Butch Cassidy, arbitro con il grilletto facile; el mister Peregrino Fernandez, che compare in vari episodi ed è protagonista dell’ultimo capitolo; Orlando el Sucio e gli spilloni da usare nei calci d’angolo, e poi vari criminali sparpagliati nel campo. Questi ed altri personaggi che vivono al confine con la fantascienza sono i protagonisti dei relatos de fútbol di Soriano, ma non sempre danno vita ad episodi divertenti o appassionanti: molti episodi lasciano il tempo che trovano, come quello sulla solitudine di Altobelli, per dirne uno.

Le storie sono tutte brevi tranne quella inedita finale, che è anche triste e solitaria. Soriano va a trovare il suo vecchio Mister, el peregrino Fernandez, in una casa di riposo a Parigi. Lì el Mister gli affida le sue memorie, rocambolesche, pazze, confuse, piene di episodi calcistici e politici. Dall’europa nazista al generale Peròn. Da giocatore sotto mentite spoglie ad allenatore innovativo col “vizietto” di schierare 12 uomini. Il mister è vecchio ma ancora vivace e nella sua narrazione divaga fino a sfinire come solo le persone anziane sanno fare. Il risultato è un racconto diretto, fedele, ma spezzettato e poco attraente. Forse però meritevole di un film, se sceverato bene.

In sostanza nel libro ci sono buoni spunti, ma il risultato non mi ha soddisfatto.
In vari tratti è ‘na mezza palla, come quella in copertina (ma ve lo dico con la mano davanti alla bocca, come Cassano…).
E quindi sì, ho fatto ‘na mezza cazzata.

Ciao.

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