Il suono del mondo a memoria – Giacomo Bevilacqua

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Approccio #1 – L’approccio empatico
Un libro che trasmette la sofferenza di chi lo ha pensato, di chi ha tessuto la storia, di chi ha creato un personaggio sofferente, di chi è riuscito a far soffrire anche chi legge intrecciando un piccolo capolavoro che trasuda amore verso i meccanismi di una New York che solo in pochi riescono a percepire così in profondità.

Approccio #2 – L’approccio tecnico
Qualitativamente una graphic novel di cui si può e si deve discutere poco: i disegni sono molto belli, personali, espressivi, chiari. I fumetti sono colorati a seconda del pensatore/parlatore di turno per facilitare la lettura del lettore ignorante (grazie, Giacomo). L’unica pecca, a cercarla, è la presenza di troppe spiegazioni che però servono a raggiungere lo scopo di portare l’attenzione di chi legge dove vuole Giacomo (Giacomo de qua, Giacomo de là, ma che è ‘sta confidenza?.. Ma infatti… C’avete ragione: da adesso lo chiamerò AldoGiovanni&), ovvero nella testa e nel cuore della sua creazione. Il libro è un librone pesante, cartonato, e come tutti i libri di Bao Publishing è stampato su petalo di rosa impreziosito con intarsi di torsolo di mela PinkLady.

Approccio #3 – L’approccio della trama sottosòtto
AldoGiovanni& racconta una storia ma si capisce che in realtà non la sta raccontando tutta: si capisce che sotto c’è dell’altro. Ma che sottosòtto ci fossero addirittura gli ingranaggi di NYC, no questo non si capiva. Che ci fosse la magia, nemmeno. E tantomeno che ci fosse una canzone sola, lunga una vita (anche se veniva specificato, eh, ma io so’ de coccio…). Quindi si capiva qualcosa – ma in sostanza non si capiva una cippa. E se la prima reazione di Sam (cioè il protagonista – vedi tavola qua sotto) era stata di panico, la mia invece era stata tipo: Aò, che palle ‘n ci sto a capi’ niente, famme torna’ indietro n’altra volta, so’ tre volte che ricontrollo se ‘sta cosa da qualche parte già l’avevano detta, manco i fumetti capisco più, me se sta a ammuffi’ er cervello…

Approccio #4 – L’approccio autocritico (oppure “seno e coseno”)
Guardo ‘sta foto qua sotto e la prima cosa che vedo è che la tipa c’ha una tetta su e una tetta giù. Penso: vabè, ci può stare. Anzi è normale che le tette non siano simmetriche, che una è un po’ più grossa, una un po’ più scesa, un po’ di strabismo mammellare, insomma. E quindi penso: “anvedi AldoGiovanni& quanto è realista, è come un pittore che dipinge dal vero”. Ma poi capita che seleziono questa immagine insieme ad altre da inserire in quest’articolo e solo allora mi accorgo che il seno in realtà sono i seni ed appartengono a due donne diverse perché l’immagine è composta da due mezze donne. Capito che attendibilità? Capito a chi state in mano? Io vi sto avvertendo, il mio è un servizio di cortesia…

Approccio #4 – L’approccio sbrigativo e coatto
Er libro è bello, che je voi di’? I disegni so’ belli, Nugliòrc disegnata in autunno pare vera, bello bello tutto. Ma se me chiedi se ‘sto libro moo porterei in vacanza, ar mare, in montagna, a Sciarmescéicc, te dico de no. Uno perché pesa ‘na tonnellata e me cuba ner bagaglio a mano, due perché ar mare e in montagna bisogna esse’ intellettuali e bisogna legge’ i libri quelli veri, quelli co’ le lettere, le frasi, scritti fittifìtti, no i fumetti che poi fai la figura der cojone che ancora se legge ‘e cose da regazzino. Vaglielo a spiega’ poi che ‘sto libro quando sta in promozione costa come tre libri de Calvino a prezzo pieno.

Approccio #5 – L’approccio dell’amore a New York in autunno
– “E adesso cosa ne facciamo di questo momento che stiamo vivendo?”
– “La speranza è una cosa piumata che si posa sull’anima…”
– “Ci sono solo due tipi di storie d’amore: lui perde lei o lei perde lui… uno dei due resta sempre indietro…”
– “… E l’Amore allora???… E l’Amore allora???…”

Approccio #6 – L’approccio sintetico (nonché finale)
Ci piace. Daje.

 

“Let me see where I started at
Hood cats are part of where it started at”

Ciao.

4 comments

    1. Molto bello. E l’autore si è anche letto l’articolo e poi si è messo lì a spiegarmi quelle settanta/ottanta cosette che mi erano sfuggite.

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