Stelle o sparo – Nova

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1. Terra premessa
Se sei amico/a di Zerocalcare è tutto più facile.
Infatti anch’io ho cercato di diventarlo facendogli tante recensioni carine e simpatiche, mandandogli fiori e plumcake. Ma lui giustamente ha ringraziato, ha diffidato e si è fatto i cazzisuòi.
Quindi non è poi tanto facile essere amico di Zerocalcare, mi sa.
E se Nova c’è riuscita significa che magari è più brava di me.
O che è bona. E magari oltre a esse’ bona è pure cara. E a quelle bone-e-care non è che bisogna rompergli le palle perché poi cominciano le frasi con “io so’ boneccara…” e caricano il fucile a pompa da dietro la schiena con una mano sola come Sarah Connor.
Quindi diciamo che è brava.

Però io diffidavo di lei, per via della sua illustre amicizia zerocalcarea.
Mi era andata in punta a una presentazione di BaoPublishing con Zero, Cuello e Cuell’altro. Mi erano sembrati tutti una massa di stronzi che volevano fare i simpatici, nonsopperché.
Ma poi la mia libraia mi ha detto “vai tranquillo”.
E io mi fido della mia libraia mezza maga e mezza giardiniera.
E allora eccoci qua:

2. Il libro
Apro il libro e lo leggo spostando i pregiudizi dai miei occhi come si sposta la frangetta (io sono pelato, e questo dovrebbe farvi capire che quindi non ho spostato proprio una cippa). Noto però repentinamente che ella scrive e disegna moltobbène moltochiàro e moltofàcile aiutando il lettore ignorante ad inquadrare la personalità del personaggio protagonista (che poi il mio senso di ragno mi dice essere Nova con la parruca bionda) e lo fa con disinvolta precisione spaziotemporàle. Grazie tante, l’ho apprezzato.
Leggo di cose tra il serio ed il fa-aceto, di una condizione umana di continua ma svogliata ricerca della luce fuori dal tunnel – lì dove ci attendenderebbe Caparezza. Di un’esistenza priva di prospettiva e tendente alla rinuncia, tra il miaveterottoilcazzotutti e il miaveterottoilcazzotuttitutti, anchevoichestateleggendoilmiolibro, con alcuni piccoli accenni di tohguardaunfiore, machebello, oracivomitosopra, tisembrabelloadesso?
Un fumetto con un bianco un po’ grigetto ed un nero moltonéro che è specchio dei tempi. Ma non specchio tipo quello delle brame della regina di Biancaneve, piuttosto uno specchio d’acqua di uno stagno putrido pieno di rane rumorose e zanzare affamate che smarmittano e pungono con aghi pieni zeppi di Aizz. Ma che se poi tu spiaccichi ‘ste zanzare demmèrda addosso al muro e riesci a leggere le loro viscere come facevano gli antichi, magari trovi pure delle tracce di cose ancora pure, salvabili, innocenti. Però per esempio ‘sta cosa con le zanzare tigri non funziona. E nemmeno con le zanzare eufrate (questa battuta mi varrà il Pulitzer, me lo sento).

3. La storia
La storia non ve la racconto perché cacateviaddosso compratevi il libro che è molto carino, svuota e riempe continuamente il bicchiere con un sostenuto ritmo tipico delle peggiori osterie dove si entra eretti e si esce eletti sindacidiStograncazzo. Però è anche risaputo che nelle osterie si ride un sacco (e nel libro uguale) anche se quando si esce si ha la sensazione di dover smettere (e nel libro uguale), di dover dare un senso a questa vita anchesequestavitaunsensononcel’ha (e nel libro uguale), di dover cominciare rimettere le cose a posto (e nel libro uguale), di fare un passo in qualche direzione, una sterzata, una telefonata (e nel libro uguale).

4. Contributi
Vi lascio poi questa cosa cruciverbosa qui sotto che non solo è divertente ma supporta in toto la mia tesi che al massimo dell’edulcorazione posso riassumere con: Nova = simpatica e brava amica di Zerocalcare.

E poi vi lascio anche un pezzetto di testo, perché in un paio di momenti ella si prende il tempo di scrivere delle cose: domande, risposte, ricordi, digressioni, aggressioni, considerazioni, rapineamanoarmàta, sputi, robe così.

Come un sacco di altra gente normalissima, ho pensato di ammazzarmi, un pomeriggio. Ho vissuto come se fossero le mie ultime quattro e mezza, e non avrei avuto altre cinque, mai più ancora le sei.
Filavano fuori dalle mani come biglie, non toccavano nemmeno il pavimento, quelle ore.
A un certo punto erano le otto di sera.
A quel punto mi dispiaceva perché mia madre aveva preparato la cena.
Pareva brutto.

5. Saluti finali
In ultimo volevo anche aggiungere una cosa fichissima solo per menti sottili per far vedere a tutti (ma soprattutto a chi ha il mento sottile) che la so lunga su un sacco di argomenti difficili e ingarbugliati ma si è fatta una certa e quindi purtroppo devo andare. Mi sarebbe piaciuto ma purtroppo è tardi.

 

Ciao.

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