Il complotto al potere – Donatella Di Cesare

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Questo è un libro strano, non di facile lettura. Non si capisce nemmeno bene chi siano i destinatari di un libro del genere. Poi – figuriamoci… – io non so nemmeno chi sia o che lavoro faccia Donatella (una filosofa? Un’insegnate? Una “professorona”?..) e tanto meno so a chi pensava mentre scriveva questo saggio, mentre elaborava queste riflessioni. Forse a qualche suo collega da impressionare, qualche suo vecchio professore con cui aveva un debito morale, non so. Di certo non pensava che le sue parole sarebbero finite tra le mie mani e poi sulle pagine di un blog che si vanta di essere ignorante.

Dicevamo.

Il libro, sicuramente interessante ma zeppo di riferimenti letterari e filosofici, ha un approccio diverso e più maturo di quello di Errico Buonanno in cui l’autore tenta di smascherare i complotti più famosi, etichettandoli come “panzane”, falsi storici, o miti. Qui invece Donatelluccia nostra parte dall’etimologia della parola complotto, e la confronta con quella delle parole congiura e cospirazione. Analizza e prova comprendere un fenomeno senza tentare di ridicolizzarlo, anzi. In vari punti il tentativo di etichettare ogni ragionamento anti-sistema come complottista viene condannato allo stesso modo della tendenza di vedere complotti ovunque.

Un buon lavoro, non facilissimo da leggere, parecchio ridondante. Utile però ad analizzare un fenomeno in crescita che sarebbe sbagliato minimizzare.

Vi lascio qui sotto un altro paio di stralci e, per la gioia di tutti, mi sciacquo dal cazzo.

Per concludere con una frase che possa riassumere questa lettura relativamente breve ma molto intensa, potrei dire: Qanon ci si capisce più una cippa!

Ciao

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