Open (La mia Storia) – Andre Agassi

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Da varie parti ho letto che questo libro era straordinario, ed alla fine, dopo aver atteso invano qualche anno che calasse di prezzo, l’ho fatto mio pagandolo quasi a prezzo pieno. Quindi attendere non è servito a un cazzo, maledetta Einaudi, maledetto Agassi, maledetti tutti.

Effettivamente però il libro è molto ben scritto e mi ha riportato indietro ai tempi in cui amavo perdere ore a guardare partite di tennis. Ora non riesco più a guardare nemmeno gli highlights di una finale, anche perché gli highlights nel tennis sono del tutto inutili.


Inizio della parte sticazzi – please skip.

Quando credevo che avrei avuto tempo per fare ogni cosa, i miei tennisti preferiti erano: 1) Michael Chang perché anche se chiaramente sfavorito rispetto agli altri a causa del suo fisico da soffiatore di minestrina era uno che non mollava mai, percorrendo anche il triplo dei chilometri dei suoi avversari. 2) Goran Ivanisevic perché era curioso quel suo modo di battere col gomito bloccato e poi ero sicuro che prima o dopo sarebbe riuscito a bucare il terreno, la rete, un raccattapalle… 3) John McEnroe perché mio padre mi diceva che era il migliore quindi zitto e fai il tifo che non ci capisci un cazzo, tu. 4) 5) 6) Steffi Graf, Gabriela Sabatini, Jennifer Capriati, perché l’ormone già pretendeva la sua parte.

Fine della parte sticazzi (ma comunque dipende…)


Insomma il libro scorre perché non è tediante su questa o quella partita, ma si concentra sul fatto che l’autore odia il tennis. Che uno dice: come odia il tennis? E che ne so io, che vuoi da me? Non me guarda’ così, eh… Ma che davérodavéro? Parla co’ lui oh….

Tutto ha inizio quando Andreino regazzino der Tufello una volta guardando una partita di ping pong segue la pallina muovendo solo gli occhi e non la testa: non l’avesse mai fatto! Il padre (un cacacazzi attaccabrighe che fermati proprio, uno che mentre ti promette le botte già ti sta prendendo a schiaffi…) capisce che ha la stoffa del campione e lo fa giocare fino a sfinirlo. Lui è bravo, ma non ha un’infanzia: odia la scuola, odia il padre, odia il tennis: insomma è un hater.

Poi ancora giovanissimo dice che vuole sposare Steffi Graf ma lei non lo caga.
Poi il suo amico gli dice: “è lei che devi sposare”, riferendosi a Brooke Shields.
E dopo qualche anno infatti sposa Brooke Shields.
E dopo qualche altro anno ancora sposa anche Steffi Graf.
Una vita normale, direte voi.
Eh, infatti. Giusto collo, come la mia.

Il segreto di questo libro è che è scritto bene, troppo bene per essere uscito dalle mani di uno che racconta di non essere mai andato a scuola. E infatti ad “aiutare” lo sportivo a scrivere il libro è stato J.R. Moehringer, premio Pulitzer ed autore de Il Bar delle Grandi Speranze, che è un libro fantastico (e che troverete a breve su queste pagine…). Ovviamente il termine “aiutare” è usato con pressapochismo perché lo sanno tutti che la cosa è andata più o meno così: Andrè, tu raccontame quello che te ricordi, buttace dentro qualche episodio co’ qualche nome grosso, qualcuno famoso, un po’ de droga, poi ce penso io, ok? Ecco, tipo ‘sta cosa che odi il tennis secondo me funziona, ce lavoro un po’ e poi te faccio vede’ come viene, ok?… Ah, non te dimentica’ la figa eh, che quella ci sta sempre bene…

Conculdendo, credo fermamente che dopo aver letto questo libro vi sentirete uomini e donne migliori perché avrete scoperto cose fantastiche, e cioè che:
Pete Sampras è un tirchio demmerda.
Michael Chang diceva sempre che quando vinceva era merito di Dio, quando perdeva però faceva il vago.
Federer secondo Agassi è il giocatore perfetto.
La schiena alla lunga fa male, anzi fa malissimo. Tanto che quel poro cristiano deve dormi’ sul pavimento co’ la moglie che lo guarda e dice ma pensa te, ma guarda come stai, ma perchè non smetti?..
L’acqua di Gil (il trainer di Agassi) fa i miracoli. Ma il cortisone pure.

 

Ciao.

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