Il fascismo eterno – Umberto Eco

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Questo testo non è stato pensato per essere scritto e stampato, almeno non inizialmente. Come l’autore anticipa ad inizio libro, si tratta di un discorso pronunciato nel 1995 alla Columbia University, in occasione dell’anniversario della Liberazione dell’Europa ed alla luce del recente attentato di Oklahoma City Il testo, partendo dalla scoperta del fatto (per nulla segreto) che esistevano negli Stati Uniti organizzazioni militari di estrema destra, si pone come una riflessione sul fascismo sul doppio piano storico ed attuale.

Bene, sono stato didascalico.

Ora sarò un po’ più me stesso e farò anch’io una considerazione di tal arguzia (ma direi quasi argume…) che anche Umbertino fosse in vita sarebbe fiero di me. Una considerazione così ben congegnata da renderla quasi una formula matematica.

Fascismo = Merda – quindi – Fascista = Stronzo

Eh?.. Che robbetta, oh…


Ok, posto che il mio livello questo è, e posto anche che non serve specificare che non sono in grado di commentare una cosa scritta da Umbertino, fosse anche la lista della spesa, vi lascio con alcuni estratti zeppi di significanza di questo esile non-libro.

In Italia vi sono alcuni che si domandano se la Resistenza abbia avuto un reale impatto militare sul corso della guerra. Per la mia generazione la questione è irrilevante: comprendemmo immediatamente il significato morale e psicologico della resistenza. Era motivo d’orgoglio sapere che noi europei non avevamo atteso la liberazione passivamente. Penso che anche per i giovani americani che versavano il loro tributo di sangue alla nostra libertà non fosse irrilevante sapere che dietro le linee c’erano europei che stavano già pagando il loro debito.

In Italia c’è oggi qualcuno che dice che il mito della Resistenza era una bugia comunista. E’ vero che i comunisti hanno sfruttato la Resistenza come una proprietà personale, dal momento che vi ebbero un ruolo primario; ma io ricordo partigiani con fazzoletti di diversi colori.

L’irrazionalismo dipende anche dal culto dell’azione per l’azione, L’azione è bella di per sé, e dunque deve essere attuata prima di e senza una qualunque riflessione. Pensare è una forma di evirazione. Perciò la cultura è sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici. Dalla dichiarazione attribuita a Gobbels (“Quando sento parlare di cultura, estraggo la mia pistola”) all’uso frequente di espressioni quali “porci intellettuali”, “teste d’uovo”, “snob radicali”, “le università sono un covo di comunisti”, il sospetto verso il mondo intellettuale è sempre stato un sintomo di Ur-Fascismo. Gli intellettuali fascisti ufficiali erano principalmente impegnati nell’accusare la cultura moderna e l’intellighenzia liberale di aver abbandonato i valori tradizionali.

Nessuna forma di sincretismo può accettare la critica. Lo spirito critico opera distinzioni, e distinguere è un segno di modernità. Nella cultura moderna, la comunità scientifica intende il disaccordo come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l’Ur-Fascismo, il disaccordo è tradimento.

Il disaccordo è inoltre un segno di diversità. L’Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la naturale paura della differenza. Il primo appello di un movimento fascista o prematuramente fascista è contro gli intrusi. L’Ur-Fascismo è dunque razzista per definizione.

L’Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici è stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni.

Per l’Ur-Fascismo non c’è lotta per la vota, ma piuttosto “vita per la lotta”. Il pacifismo è allora collusione col nemico, il pacifismo è cattivo perché la vita è una guerra permanente.

Saluti… uti… uti…

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