A Panda piace l’avventura – Giacomo Bevilacqua

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È la prima volta che leggo una storia del Panda a cui piacciono le cose. E stavolta pare che al Panda piaccia l’avventura. Bene, allora. Daje, allora. L’avventura piace pure a me.

Però purtroppo st’avventura che piace al Panda è parecchio impegnativa perché non si tratta di un fumetto di poche pagine, cioè quello che chi si avvicina ad un personaggio dovrebbe leggere per farne la conoscenza, tipo:

– Piacere, io so’ La Sierpe
– Ciao, io so’ Er Panda;
– Ma er Panda quello degli MDF che faceva bombing a Roma?
– No, quello è ‘n cugino dalla parte de mamma, io faccio i fumetti, so’ uno più tranquillo…
– Eh, dimmelo a me, io facevo il Rap, mo scrivo le cazzate sui libri degli altri, figurati…
– Mbè, dai, carino… Ci facciamo un thè coi biscottini?
– Va bene, io però me prendo ‘na tisana..

Parliamo invece di un cazzo di libro dei libri composto ed innestato da millemìla triliardi di pagine*, un tomo degno della biblioteca di Alessandria. Quindi vabè, andiamo avanti.


Il libro dicevamo è molto lungo ed è stato anche faticoso perché l’autore, di cui parlerò più avanti, è un coatto mascherato da tranquillone. Infarcisce le tavole di mille dettagli, alcuni così notevoli che distolgono l’attenzione dalla narrazione, e poi rigira sempre il tavolo del casinò e un attimo prima stavi guardando la roulette che girava e qualche secondo dopo ti ritrovi le carte in mano e il croupier che ti imbruttisce come per dire: Aò, vuoi ‘na carta o te devi continua’ a guarda’ intorno?..


L’autore, dicevamo.
Giacomo Bevilacqua, dicevamo.
Giacomo Bevilacqua, detto Keison, detto Giacomino, detto Fatto, dicevamo.

Trattasi di persona veramente delicata. Al che tu mo mi dirai: ma che cazzo ne sai tu, lo conosci, è ‘n amico tuo? No, non lo conosco, però le sue tavole trasudano sentimento e bontà d’animo. Anche qualora dovesse lanciare una molotov su una vetrina, farebbe in modo di creare di pari passo con l’incendio anche un fuoco d’artificio colorato per spiegare le motivazioni del suo gesto. Mi torna in mente questa scena qui:

Insomma un libro pieno, denso, personale, luuuuuuuuungo, pieno delle avventure che piacciono al Panda e al suo creatore. Ma Forse troppa ciccia al fuoco.

Musica nei titoli di coda:

Panda panda panda
I got broads in Atlanta
Twistin’ dope, lean, and the Fanta
Credit cards and the scammers
Hittin’ off licks in the bando
Black, Phantom, White look like a panda

Ciao.

* Io l’ho letto dal tablet, dal pc, ho comprato la versione Kindle, non lo so quante pagine ha in realtà, però ecco, secondo me circa 500.

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