Muro di casse – Vanni Santoni

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L’antefatto

La mia libraia pensa che a me possa piacere questo libro. E visto che lei (beata) è ancora in grado di pensare, di certo io non posso mettermi lì a questionare. Quindi dammi ‘sto libro e vediamo se è come dici tu.

Il fatto – parte 1

Accompagno la creatura a danza e comincio a leggere il libro mentre aspetto lì fuori. Liffuòri trallàltro ho letto di proposito l’autobiografia di Max Cavalera dei Sepultura, in modo da venire etichettato come tipo sospetto ed essere lasciato in pace dai bambini che urlano e fanno un macello, mavabbè. Insomma comincio ‘sto libro e ‘sto libro mi pare di capire che racconti di tre tipi che vanno ai rave e uno decide di scrivere un libro sul fenomeno delle feste illegali, dei technival, dei free party, dei chiamatelicomecazzovipàre. Va bene, dico. Ma poi invece no. Perché poi mi si intreccia la testa, le frasi sono lunghe, il contesto non mi è chiaro, si parte da un divano e si finisce su un prato, c’è uno che si chiama Iacopo che parla ma non capisco cosavuoledìrmi, dovevuolearrivàre. Perché, Vanni, non tagli corto e mi dici doveVannituoipensiéri? Quindi mi dico che no, non ce la faccio, questo libro non è leggibile, e poi ‘sti regazzini demmérda fanno ‘na caciara e non mi ci stanno a fa capi’ una minchia…

Il fatto – parte 2

Do un’altra chance al libro e lo porto nel luogo sacro, cioè al cesso. Lì regna il silenzio, la maiolica amplifica le percezioni, lì il libro potrebbe riuscire ad ossigenarsi meglio. Ed è così. Ed è merito di Cloe, personaggio che racconta le cose in maniera meno psichedelica anche se tendente all’inquadramento culturale maperò buttandoci dentro elementi ignoranti come le Spice Girls, l’Imperiale, il Jaiss e soprattutto la Fintech. La Fintech! Mi scende una lacrima (che mi asciugo con la carta igienica lì a portata di mano) quando sento parlare della Fintech. Vado anche su internet a cercare delle foto et volià: eccotela. Che roba. Ci accompagnavo i miei amici, alcuni di loro suonavano pure, ed io mi mettevo a disegnare sui muri, bello tranquillo con i miei spray. Fantastico.

Il fatto – parte 3

La Fintech e Cloe mettono tutto in discesa, mi rilasso e riesco ad andare comodamente fino in fondo al libro, accompagnato dai ricordi di Viridiana che in compagnia di una giovane sestéssa ci porta in giro per l’Europa dell’est in periodo di guerra, di cecchini e di mortai tanto che mi sale solo una leggerissima ansietta sibilante a pensare che un domani queste cose potrebbe farle mia figlia ma a parte questo il libro giunge al termine, e così anche questo paragrafetto chiamato Il fatto – parte 3.

Postfatto

Libro molto interessante e ben scritto. Analizza le cose nel modo che piace a me, con cultura, contesto e cognizione ma anche con quell’ignoranza di chi le cose le ha vissute veramente e “non mi dovete spiegare un cazzo perché io c’ero” – rivoluzione del pensiero / potenziale commerciale pari a zero (Cit. Dargen D’Amico).

Post-Postfatto

Tutta quello che Vanni racconta per mezzo delle bocche dei tre amici è intarsiato, permeato, intriso di droga sintetica che è la mejo droga perché blablabla la percezione, blablabla l’esperienza mistica, blablabla la visione, blablabla e ancora blablabla maperò una serie di blablabla spiegati benissimo – che io non sono capace di ripetere con altrettanta padronanza del mezzo – che mi hanno fatto quasi venire voglia di calarmi un acido e andare in un bosco per vedere se trovo la casa dei sette nani.

Saluti dai Mutoids.

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