Mammut – Antonio Pennacchi

Posted by

Antonio Pennacchi oltre ad essere lo zio del mio amico Francesco è uno scrittore che scrividiqquà e scrividillà ha vinto anche il Premio Strega con Canale Mussolini. Antonio Pennacchi (che visto che m’è mezzo parente chiamerò Tony) scrive questo romanzo e cerca di proporlo un po’ a tutti gli editori ma nessuno lo vuole, come racconta lui stesso nella prefazione all’edizione. Alla fine se lo acchiappa la Mondadori che a lui, che come Mario Brega è comunista cccosiiì, dovrebbe fare ribrezzo ma alla fine il libro lo vuoi pubblicare o vuoi campare d’aria, eh Anto’? Bene, il libro c’è: andiamo avanti.

Mammut racconta di storie di operai e di sindacati, di lotta di classe, di scioperi e di denunce, di vita di fabbrica, di turni di notte, di uffici del personale e di mensa aziendale. Mammut parla di qualcosa che non esiste più, ovvero il sindacato che fu, fatto di unione e conquista. Ora il sindacato è diventato altro, significa “assumi questo così non ti rompo le palle…”, ha perso i suoi fari, come racconta Tony con la storia di Benassa, lìder maximo del consiglio di fabbrica della FulgorCavi* di Latina.

Ah, FulgorCavi dici, eh?.. Incuriosito, ho cercato una foto della fabbrica in cui si intrecciava l’intreccio narrato da Tony nostro ed ho trovato questa foto – presa dal quotidiano LatinaToday – in un articolo del 2013. L’azienda ha cambiato nome, ma purtroppo non rotta. A testimonianza di quanto – a distanza di 20 anni dalla sua stesura* – il libro sia ancora attuale.

Immagine della ex FulgorCavi, ora Nexans, presa dal sito latinatoday.it

Il romanzo è scritto con uno stile che a me piace molto. Periodi semplici, molto brevi, quasi cadenzati. Come a scandire l’avanzare dei minuti, che in fabbrica non passano mai. Che poi ti guardi allo specchio e sei un vecchio alla soglia della pensione.

Una storia bella, scritta con le viscere e senza voler dare per forza odore di fiori di campo ad una faccenda che puzza di ferro e ascelle pezzate.

Un’ottima lettura, bravo lo zio Tony. Anche se: ma come fai a esse’ parente de quel matto de Francesco? Sarai mezzo matto pure te, sicuramente…

Ciao.

* Il libro è stato scritto nel 1994. Quindi i 20 anni di cui parlo (19 per la precisione) sono calcolati sulla data dell’articolo di giornale, ovvero il 2013, e non con il presente.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.