Macerie Prime, sei mesi dopo – Zerocalcare

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Devo innanzitutto darvi uno sfoggio anticipato della mia innata ed irresitibile simpatia e chiamare questo libro Macerie Seconde. Poi, mentre siete lì nell’incredulità sbellicosa e con la mandibola indolenzita dalle risate, vi linkerò gli articoli alle Macerie Prime ed alle Chiamate da Kobane. In ultimo, quando ormai avrete il fiatone e vi starete reggendo la pancia stanca di sobbalzare, vi darò l’esilarante colpo di grazia: vi parlerò di questo libro.
Che è un bel problema, poi, parlare di questo libro. Perché dirvi del mio amore per Zerocalcare senza sfociare un po’ nell’omosessualità sarà difficile.
Aò, apezzodimmerda, che c’hai contro gli omosessuali? Io niente, anzi. Considera che so’ frocio pure per l’insalata di polpo, così, per dire. Per cui, speriamo bene: proviamo a parlare di questo libro.

Allora: innanzitutto, leviamoci subito il brecciolino dalle scarpe.
E quindi, caro Alberto Madrigal, parliamo della tua copertina, brutta da vergognarsi di portarsi il libro in pubblico: una sbrattata di viola, rosa e fucsia su scorza di limone masticato e risputato.
Poi, cara Bao Publishing parliamo del fatto che nelle ultime pagine ho trovato non solo la suspance, non solo l’ansietta per il finale imminente, non solo la rosuradicùlo perché il libro giungeva all’epilogo. Ma ho trovato invece (e anche purtroppo) le pagine ancora incollate tra di loro, tagliate male come il fumo a ferragosto. Checcazzovolemofa’? Un libro du’ piotte, trentasei variant, centootto ore di fila alla Cazzibelli e poi il libro fa schifo?.. Grosso sbaglio da parte tua, Bao. Lo vuoi sape’ che c’é? Te lo dice er criceto fintopànda qua sotto:

Per fortuna però quel fuoriclasse di ZC sopperisce alle mancanze di questo e di quello tirando a bordo la rezza che aveva lanciato a mare sei mesi fa, pienazzéppa di pesce, perle, ostriche, fragole, champagne, ma anche assorbenti, bottigliette di succo di frutta corrose che sembrano vetro di Murano, bastoncini di cotton fioc, e le immancabili buste della Pam. In pratica nella rete c’è tutto “il nostro fallimento”, come ricordano i due personaggi qui sotto in questa tavola EPICA (il vecchio ed il bambino non stanno seduti sulle rovine di, checcazzonesò, la statua di Marforio, ma sul braccio destro di Golion*. Capito? Non abbiamo fallito solo noi, la nostra umanità, ma hanno fallito anche i nostri supereroi, ha fallito anche la nostra immaginazione).

Non pago di questo, ZC ci dice pure che fine ha fatto GiuliaCometti, senza lucrare sulla cosa e costringermi a comprare un altro libro, chenesò, tipo Macerie Prime, s’aggiornamo tra n’annetto, oppure Macerie Prime, s’aribeccàmo ‘n giro.. Anzi mo ve lo dico pure a voi che fine ha fatto Giulietta nostra, così evitate di compravi altre Macerie: in pratica lei era sparita perché si era innamorata der Secco ma lui, come sapete, ama solo le molotov e allora lei c’ha provato co’ Deprecabile ma lui, come sapete, ama solo i campari e allora lei c’ha provato co’ Sara, ma lei, come sapete, ama solo rompe’ le palle e allora c’ha provato co’ Zero ma lui, come sapete, amoreggia o col Panda o coll’Armadillo e allora alla fine l’hanno ritrovata al lago di Castel Gandolfo a tira’ le molliche de pane alle anatre che dava de matto, strillava e mannava affanculo tutti. E ovviamente, come sapete, ‘sta cosa me la so’ inventata parapàra.

Che altro dire? Il libro è bello come quello prima, come quelli prima ancora e probabilmente come quelli dopo: ZC è a tutti gli effetti un autore bolla di sapone, uno che ha saputo creare un rifugio volante, magico, delicato ma ignorante, in cui guardarsi allo specchio e vedere tanti altri che come lui, come me, come noi, come voi, come-ncini, cercano certezze in questa vita che – nessuna certezza mi dà (cit.).

Ma ‘ste rpiece?
Ciao.

P.S.
A bocce ferme mi appresto a scrivere una lettera formale di risarcimento per danni pecuniari, morali, musicali e di immagine firmata anche (con firme false) da tali Joey, Dee Dee, Johnny e Tommy per chiedere la correzione di questo fumetto invertendo correttamente le lettere che compongono il monosillabo incriminato. La indirizzerò a Bao Publishing, a Zerocalcare, e in CC metterò la Siae, la Digos, le Giovani Marmotte e gli Skid Row. Voglio proprio vede’, voglio. Proprio. Véde. Voglio.

 

* Golion è il nome del super robot fighissimo composto da 5 leoni robot che quando ero piccolo avrei ucciso per avere il modellino. Per fortuna non ce l’aveva nessuno e se qualcuno si fosse azzardato ad averlo avrebbe preso le pizze da tutti i bambini coalizzati che montando uno sull’altro avrebbero formato a loro volta un robot sparacazzotti distruttore. Detto ciò (sticazzi, infatti…) non mi ricordavo bene quale fosse il nome giusto (credevo fosse Voltron….) e nella mia ricerca Wikipedia mi ricorda che la sigla italiana dal titolo Go, go, it’s time to go! è stata incisa da Rocco Reitano, nipote di Mino. Grazie anche di questo, ZC. Perché sono queste le cose che nella vita devono essere sapute.

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